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sabato 5 maggio 2007

VIGILI DEL FUOCO DI LA SPEZIA-REAL MADRID 1-1


IL PUNTO DI PINUTZ

Scorrendo l'albo d'oro del campionato italiano di serie A, si legge "Vigili del fuoco di La Spezia scudetto 1944". Inizialmente quel titolo fu revocato per l'evidente scarso livello tecnico del torneo. L'Italia era sotto i bombardamenti, le società riuscivano a mala pena a trovare 11 giocatori da far scendere in campo. Comunque, grazie alla perseveranza delle autorità civili e sportive spezzine, che per decenni rivendicarono la validità di quello scudetto, alcuni anni fa quella vittoria fu legittimata. Era stato riconosciuto il coraggio e la passione per gli atleti, dei dirigenti e degli spettatori e soprattutto si era rispettato il principio fondamentale di ogni sport: quando la gara si svolge regolarmente il vincitore va premiato e l'avversario onorato anche se sconfitto. Se si seguono questi valori sminuire l'ultimo scudetto dell'Inter è un atteggiamento antisportivo, dietro ogni vittoria c'è lavoro e sacrificio, qualunque sia l'avversario. Il caso estremo e romantico dei Vigili del fuoco di La Spezia lo insegna.
Oltre all'aspetto morale, se vogliamo approfondire la questione tecnica ed entrare nel merito, va subito ricordato che ogni evento sportivo è unico e irripetibile.
Quanti sono i ginnasti, i nuotatori o i pugili che hanno vinto una medaglia d'oro perchè il campione della loro specialità si era infortunato qualche mese prima la competizione?
Mio cugino Luigi Scarabello ha vinto la medaglia d'oro per il calcio alle Olimpiadi di Berlino del 1936, anche perchè Hitler non ammetteva o comunque osteggiava atleti di colore; così squadre come il Brasile, per fare un esempio, incontrarono naturalmente molte difficoltà.
Il Grande Real Madrid di Puskas e Gento vinse 5 Coppe dei Campioni di seguito, anche perchè quel torneo, all'epoca, era un pò snobbato dai club inglesi e iitaliani, ma nessuno si è mai sognato di mettere in dubbio la forza di quella leggendaria formazione.
I Vigili del fuoco di La Spezia hanno vinto.
Il Real Madrid ha vinto.
Vigili del fuoco-Real Madrid 1-1.

Per concludere: ho una piccola speranza nel cuore, vedere alcuni bimbi, di padri milanisti indaffarati e distratti, affascinati dai colori nerazzurri di questi giorni vittoriosi, diventare interisti!!!

lunedì 23 aprile 2007

Vincere e non festeggiare


Ieri pomeriggio si è fermato un incubo che durava dal 1989, l'Inter ha vinto uno scudetto sul campo, e lo ha fatto con largo anticipo, strapazzando chiunque, durante una cavalcata che è durata tutta la stagione. Dopo un andamento un po rallentato nelle prime giornate, in cui ha dovuto fare i conti con due squadre davvero in forma come Roma e Palermo, l'Inter ha fatto perdere le tracce di sè, giocando addirittura un campionato parallelo in cui la questione non era più vincere, ma registrare nuovi primati ad ogni giornata. Il valore tecnico dell'impresa non è in discussione, ed io, si badi, non intendo fare inutile polemica, però di scheletri nell'armadio l'inter ne ha. Eccome.
Chi abita a milano e ne conosce entrambe le sponde di tifo, sicramente ricorderà quello che accadde dopo la vittoria dell'ultimo scudetto del milan, ormai tre anni fa: città in delirio, piazza Duomo invasa, le strade addirittura impercorribili per le orde di tifosi che non solo festeggiavano uno scudetto, ma festeggiavano una squadra (detta "i meravigliosi") che aveva stravinto un campionato dimostrando efficacia, classe collettiva, e bellezza di gioco raramente viste fino ad allora. L'unico cruccio fu quello di perdere una semifinale di Champions League che sembrava ormai essere consegnata alla storia: quello fu un peccato di confidenza, di narcisismo.
Quello che mi chiedo adesso è: perchè ieri pomeriggio milano sembrava in festa per uno scudetto vinto dalla Sampdoria in trasferta a San Siro? Soltanto qualche clacson intermittente, qualche scalmanato in motorino che brandiva bandiere usurate, Piazza Duomo semi deserta, festeggiamenti nello spogliatoio paragonabili alla vittoria di una Coppa Italia, Mancini sorridente, nulla di più. Perchè il popolo interista non ha festeggiatocome ci si attendeva?
Le ragioni sono da ricercarsi in più motivazioni. In primo luogo tutti sapevano, da mesi, che quello scudetto sarebbe ginto in via Durini, e questa consapevolezza ha raffreddato non poco gli animi. Ma è tutto qui? No, non è tutto qui.

Per quanto il popolo nerazzurro abbia ostentato boria durante tutta la stagione, da popolo sensibile quale sono (perchè essere interista non è facile), sanno benissimo che questo non è lo scudetto che aspettavano da 20 anni. Hanno giocato da soli, i loro concorrenti non c'erano, o sono partiti fortemente penalizzati, non solo nei punti, ma anche nell'animo e negli organici, mutilati dall'obbligo di fare un mercato estivo in pochi giorni, nei quali, per giunta, i pezzi più pregiati si erano già accasati. Cosa sarebbe stato di un campionato in cui il milan, dopo aver fatto cassa con Shevchenko, si sarebbe, con ogni probabilità, aggiudicato Zambrotta ed Eto'o, e la juventus non solo si sarebbe tenuta stretta Ibrahimovic e Vieira, ma si sarebbe ulteriormente rinforzata? Quello sarebbes stato (tecnicamente) lo scenario di questo campionato. Ovvero l'inter non avrebbe vinto lo scudetto, che sarebbe andato ancora a Milan o Juventus, perchè la Roma (seconda quest'anno) ha dimostrato di stare qualche decina di punti alle spalle.
D'altra parte è vero che la Juventus (e il milan in misura minore) hanno reso non regolari i precedenti campionati, hanno imbrogliato, ed è stato giusto che pagassero caro, ma questa non è una problematica tecnica. L'inter ha vinto perchè la loro squadra era nettamente più forte delle altre; non attraverso un programma tecnico pluriennale di progressivo rinforzo, bensì con un "colpo di stato" che ha tratto giovamento dal "sangue" altrui. Gli interisti questo lo sanno, ecco quindi il perchè dei festeggiamenti in tono minore. Dietro la facciata di tracotanza forzata, il tifoso interista, ultimo gentleman del calcio, sa che questo scudetto non è da festeggiarsi. Fatto ancor più grave per la tifoseria è la perdita d'immagine del loro presidente gentiluomo, reo, assieme alla cricca di conniventi telematici, del più infido dei tradimenti, quello compiuto attraverso il malizioso voyeurismo delle intercettazioni, la spiata. Si, la spiata bella e buona ha portato questo scudetto in casa Moratti, il cui atteggiamento resta comunque comprensibile, perchè sfido chiunque ad investire fior di quattrini per 15 anni e perdere ripetutamente col raggiro. Una situazione del genere avrebbe logorato i nervi di chiunque, è vero e lo comprendo, ma resta una macchia indelebile sull'immagine di perdente gentiluomo del presidente Moratti, che incarnava alla perfezione lo spirito tremendamente snob, elegante e romantico del popolo interista. Già, perchè questa abitudine a perdere faceva dell'inter una squadra unica al mondo, nella sua goffaggine creativa, nella sua stoica ricerca di un'Itaca che sembrava non apparire mai all'orizzonte. Questo, in fondo, piaceva agli interisti, comunque piaceva loro di più rispetto a vincere uno scudetto fasullo come questo. Moratti, Tronchetti and Co. hanno macchiato lo smoking di cui tanti interisti (finti) insoddisfatti andavano fierissimi, perchè c'è qualcosa di radicalmente chic nel non vincere mai. Vincere sempre è meccanico, prevedibile, comunista. Il Chino Recoba, la pareggite, il 5 maggio, Ronaldo il traditore, Bum Bum Zamorano e le grandi rimonte, quelle si che sono espressione lirica, quelle si che fanno di un tifoso interista l'epigono di un eroe romantico.
Ieri sera ho telefonato ad un caro amico interista DOC, per complimentarmi con lui: "Allora, come sono i festeggiamenti?" -"Mah, io sono in casa, boh, non ho visto niente...perchè vedi, a noi piace fare polemica ma poi vinciamo e...non ce ne frega niente" .
Non sapete quanto ho invidiato quella frase, che eleganza, che distacco , che superiorità. Gli interisti che vedete urlare per le strade, ricordate, non sono quelli veri, perchè quelli veri sono in casa, malinconici, che pensano a come recuperare la loro nobiltà perduta.

JS

giovedì 19 aprile 2007

I soliti perdenti












Come al solito nei momenti più difficili l'interista cade.

E' sempre successo negli ultimi 18 anni.


Quando c'è qualcosa di importante da giocarsi o lo stress è molto alto, questi stronzi spioni puntualmente falliscono.


Tutti sono bravi a giocare tranquilli senza i rivali di sempre messi fuori gioco da penlizzazioni insulse basate su intercettazioni illegali e spiate degne del peggior infame.


Si godano questa estate da "vincenti" perchè dalla prossima estate torneranno i "sogni sotto
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La cosa piu' bella è che non potranno mai affermare siamo stati i più forti, perchè gareggiare senza rivali equivale a non gareggiare.