mercoledì 29 agosto 2007

''Puerta amico, Siviglia è con te"


Appassionati di calcio,

Eccoci di nuovo pronti ad un ennesima stagione calcistica,
l’estate è passata senza sbornie berlinese, processi e condanne;
è appena trascorsa la prima giornata di campionato ma questa prima pagina della stagione mi va di dedicarla ad un ragazzo morto sul campo sabato scorso.

ANTONIO PUERTA: centrocampista 22enne del Siviglia, mancino dotato di buona tecnica e passo.

Sabato scorso si giocava Siviglia - Getafe, il ragazzo si è accasciato a terra a causa di un infarto e dopo alcuni giorni di lotta in terapia intensiva è deceduto.

Tutta la nostra redazione si stringe in un forte abbraccio alla famiglia, squadra e tifosi.

Ora però si dovrebbero spiegare le cause di tale infame destino, chi scrive non crede assolutamente che il ragazzo abbia avuto un difetto cardiaco. Sarebbe stato scoperto in una delle milioni di visite mediche a cui un giocatore è sottoposto durante la carriera………Antonio iniziò a giocare da piccolissimo……ad ogni livello ed ad ogni età si deve fare una visita cardiaca di sana e robusta costituzione prima di iniziare la stagione.

Mi permetto, senza voler rovinare un giorno di cordoglio, di chiedermi….ma il doping può centrare?
Io, ormai 26enne, ho visto parecchi giocatori morire su un campo sportivo. E questo mi fa nascere un dubbio amletico: Sarà il doping la causa di tutte queste morti?

In Spagna i controlli sono molto blandi, anche rispetto ai nostri; chiedete a Capello che un paio di anni fa lanciò questa polemica oppure fate uno sforzo di memoria e ripensate al Deportivo che durante le prime fasi della Champion League aveva giocatori con capacità di corsa indiavolata (i controlli incrociati iniziavano dopo i quarti) e poi quasi d’incanto diventavano bradipi assonnati.

Mi piacerebbe leggere questa teoria su qualche giornale nazionale, solo per chiarire se il ragazzo è stato ucciso o se solo il triste fato ne è colpevole.
Vorrei ricordare ai giovani che 5 compagni dell’Inter di Facchetti sono morti prima dei 45 anni per stranissime malattie……Assistetti ad una puntata di Report dove ex giocatori di quell’Inter ammettevano l’uso di doping.
Vorrei ricordare Signorini e altri calciatori meno famosi che hanno contratto la sua stessa malattia e sono morti.
Qui non si parla di rubare, di alterare la performance…..qui si parla di vita e un ragazzo che corre su un prato verde deve rappresentare la vita e non la morte.

Marco Nardini

lunedì 18 giugno 2007

Onore a Cannavaro


Real Campione di Spagna.....
Nulla da dire, se non "bravo Barcellona".

Nessuno nega i meriti a Don Fabio, indubbiamente tra i piu grandi.
ma un'altro Maestro ha parlato oggi... Arrigo Sacchi, dal sottoscritto il più stimato.

Se oggi scrivo comunque (cosa davvero rara), non è per parlare di Capello, bensì per abbracciare Fabio Cannavaro... Sempre Fiero.

Vi lascio con alcuni punti di riflessione:

  1. Che sarebbe successo che in Italia avessero portato in trionfo una bandiera col fascio?
  2. Ma la moglie di David quanto è troia? ma soprattutto..........................
  3. Dov'era Totò Cassano?
Ad maiora

giovedì 14 giugno 2007

DEJAN BODIROGA


Gentili lettori,

Vi conosco come grandi appassionati e conoscitori di calcio, ma oggi, vorrei cogliere l’occasione di salutare un grandissimo campione di un altro sport di mezzo ed equilibrio.

DEJAN BODIROGA

Cestista slavo che ha dominato negli ultimi 15 anni di basket continentale.
Due giorni fa, in un hotel della Capitale ha semplicemente detto..”sono vecchio, è giunto il momento di smettere”.
Vi narro alcuni passaggi salienti della sua carriere.
All’età di 16 anni viene comprato dalla Stefanel Trieste, all’epoca si poteva scegliere solo uno straniero e tutti i grandi esperti si chiedevano come fosse possibile assegnare l’unico posto per lo straniero ad un ragazzino. In quell’anno, quel bimbo di 2,05m ne mette 51 contro la panasonic. Nessuno osò più dubitare di lui.
Poteva giocare in tutti i ruoli nella metà campo offensiva, tutto dipendeva da chi lo marcava. Il difensore era più basso? E lui lo portava in post e lo massacrava. Era più alto? E lui lo portava fuori, per sfidarlo in palleggio uno contro uno.
Il suo marchio di fabbrica era: ricezione, finta, palleggio, penetrazione, finta, esitazione, finta, appoggio e al novanta percento prendeva il fallo e metteva il tiro libero. Per un classico 2+1.
Ha rappresentato LA TECNICA, quella della grande scuola slava: tiro perfetto, capacità di passare la palla, abilità di muoversi senza palla, non sbagliava mai un libero.
Per fare 30 punti gli bastavano 9 tiri più qualche libero. SEMPLICEMENTE IL BASKET.
HA VINTO TUTTO e SEMPRE DA PROTAGONISTA: campionati nazionali, coppe e grandi manifestazioni mondiali.
Non ha mai voluto giocare nella NBA, non ha dato agli americani la possibilità di conoscere uno dei 50 giocatori più forti della storia del basket. Vi racconto un aneddoto.
Mondiale 2002, la nazione ospitante della manifestazione erano gli USA, dal 1992 avevano sempre vinto l’oro. Non avevano mai fallito da quando il roster era composto da giocatori NBA.
In quella manifestazione gli USA uscirono ai quarti, li eliminò DEJAN…..nel primo tempo lo marcò un lungo e lui lo fece impazzire con il palleggio, nel secondo tempo fu marcato da un piccolo che fu naturalmente massacrato in post.
Il signor Bavetta, il più grande esperto di college basket al mondo, disse: “ma come è possibile che per vedere Bodiroga abbiamo dovuto attendere il 2002”.
Vorrei rivolgermi ai neofiti del basket, a colore che solo da poco si sono avvicinato allo sport della palla a specchi per confessargli un segreto. Se oggi ci sono tantissimi giocatori internazionali nell’NBA, se l’mvp della stagione regolare è stato un tedesco, se l’mvp delle finali sarà molto probabilmente un francese………molti meriti li ha anche Dejan, uno che ha contribuito all’esplosione mondiale del basket.
L’unico rammarico per chi scrive è che Dejan non ha mai giocato nelle squadre del mio cuore: la Fortitudo e l’Audax Carrara.

Un saluto d’addio ad uno dei più grandi.

Marco Nardini

lunedì 11 giugno 2007

Un cordiale e gentile saluto

Un cordiale e gentile saluto a tutti i lettori del forum, sono Marco Nardini un altro grande appassionato di calcio; tifoso rossonero amate del bel gioco e dello stadio.
Un anno fa scoppiava calciopoli, oppure chiamiamolo moggiopoli…………..ero in un altro continente, leggevo notizie su internet, alcuni stralci di intercettazioni, commenti espressi da persone provenienti da qualunque ambiente….sportivo e politico.

Ed è proprio su internet che ho letto questa frase…..

LA CUPOLA DEL CALCIO E’ STATA SCONFITTA ORA IL CALCIO RITORNA AD ESSERE UNO SPORT PULITO E BEN GESTITO

Ok, non voglio tornare sul processo……una farsa quale tangentopoli, ma questo fa parte del dna del mio popolo.

Vorrei semplicemente far notare alcune cose………CHE SONO CAMBIATE (è sarcastico)

Il finale di campionato in A e B era già deciso, cioè arezzo e chievo retrocedono poiché altre squadre lasciano vincere le loro dirette concorrenti…ah, tra le squadre che hanno steso tappeti rossi agli avversari ci sono anche Milan e Juve……ma anche altre hanno partecipato alla regola…..”se per te non vale il risultato lascialo all’avversario così il prossimo anno gli chiedi un piacere indietro” . o forse il piacere è stato immediatamente pagato? Ai posteri l’ardua sentenza.

Il presidente della lega è il nuovissimo volto chiamato MATARRESE…….un signore di origini pugliesi, che ricopriva la stessa carica anni fa……..ma oggi è un esponente pulito e non colluso…..un uomo che fa il bene del calcio italiano……….MA PERCHE’ GLI ITALIANI NON CONOSCONO IL CONCETTO DEL CAMBIAMENTO E DELLA ROTTURA CON IL PASSATO OSCURO E TURBOLENTO?

La federazione è rappresentata da ABETE, lo considerate un volto nuovo? Non potete, era uno dei tanti del calderone Carraio…..era uno che conosceva lo stato dell’arte del calcio italiano; e ora cerca solo di mantenerlo.

Siamo andati a Cardiff per essere riconosciuti gli ospitanti della fase finale del campionato europeo di calcio, eravamo in ballottaggio con stati di serie B calcistica. I GIORNI PRECEDENTI RIDEVAMO DELLE NOSTRE CONCORRENTI COSI’ PICCOLE E INDIFESE. Matarrese, Pancalli, la Meandri, i porta borse, i delegati c’erano tutti (non sono arrivati tutti assieme, come avrebbe dovuto fare una delegazione rappresentante un paese, ma ognuno da solo) e sono stati sconfitti dall’Ucraina e dalla Polonia….la uefa ha preferito scegliere un paese sulla via della guerra civile come l’Ucraina che NOI. Questa non è uno sconfitta del calcio italiano ma della politica e dei suoi uomini, chiedete hai tedeschi come hanno lottato e lavorato per organizzare il mondiale, un evento che ha portato milioni di euro nelle casse tedesche.
Una manifestazione come la fase finale dell’europeo, garantisce allo stato ospitante di prendere fondi dalla comunità europea per migliorare infrastrutture (che avremmo usato anche dopo gli europei) pubbliche e offre alla comunità una grande opportunità di guadagno….la meandri si è scusata…..DOVREBBE RISARCIRCI.
Ho letto una stima, abbiamo perso quasi 200 milioni in infrastrutture…..e non considero in questa stima solo infrastrutture sportive…….ma cmq a noi non servivano QUEI SOLDI, VERO MELANDRI?

In tutto questo cambiamento; (mi fa veramente ridere questa parola e devo dirvi che trovo gusto nello sciverla) vanno ricordati 22 ragazzi capitanati dal partenopeo Fabio che hanno dimostrato che le palle servono più di tutto per vincere.
Va ricordata la squadra dell’inter fc, meritatamente e giustamente campione d’italia…..per la prima volta con una rosa completa coesa e probabilmente la più forte d’europa.
Va ricordato l’anno di purgatorio alla juve in B e una squadra (probabilmente posseduta e diretta da gente non limpida) che come ogni anno da quando sono nato va in europa e da spettacolo.
L’AC MILAN. Non serve aggiungere altro…..

Il prossimo anno la serie A sarà bellissima: le due milanesi, le due squadre di Torino, Genova e Roma, il Palermo e il Napoli……..sarà una serie A di grandi tifoserie che meritano il migliore palcoscenico………….ma ci saranno sempre i soliti volti noti a dirigerlo, tranne due che erano la cupola e il male del calcio……….gli altri erano e sono angelici agnellini……mi raccomando credeteci……..

Un gentile saluto


Marco Nardini

giovedì 31 maggio 2007

POESIA


So che non farò felice qualche interista, ma questa poesia che mi è arrivata oggi via mail è troppo bella per non pubblicarla. spero che gli interisti non se la prendano troppo e sappiano riderci su.... Buon divertimento!

A Moratti

C'è Moratti poveretto
con un pezzo di cartone
che nascosto sul balcone
accarezza lo scudetto.

Sta passando un torpedone
con la coppa e le bandiere
sono tutte rossonere
su c'è il Milan già campione

E con questa son già sette
sono fatti non pugnette
le tue sono sempre due
gli anni son quarantadue

D'improvviso uno stendardo
"Che c'è scritto?" Ora guardo
ecco un fremito, un sussulto
è terribile l'insulto

L'onestone ora si è offeso
lo scudetto è vilipeso
batte i pugni, grida e urla
non gli è andata giù la burla

Gli si chieda presto scusa
"dell'insulto non si abusa"
dice irato il presidente
dimostrandosi furente

Ma dimentica il tapino
che nel derby cittadino
coi suoi bei comportamenti
non ci ha poi fatto contenti

Da perfetto nerazzurro
da magnifico buzzurro
si è lasciato un poco andare
cominciando ad insultare

Mentre vince sul più bello
con il gesto dell'ombrello
a fanculo ci ha mandato
a Ronaldo lo ha insultato

anche merde ci ha chiamato
e neanche si è scusato.
Quindi ora cosa vuoi
se ad offendere siam noi

Taci, piglia e porta a casa
questa innocua nostra offesa
visto che non puoi parlare
né lezioni ci puoi dare

Ti abbiam chiesto già perdono
scusa un po' la supponenza,
sai qual'è la differenza
tra le squadre di Milano?

Tu le scuse già ce l'hai
a noi non le hai fatte mai,
io festeggio con gli inglesi
tu festeggi coi senesi

Con noi ora sei arrabbiato
ritenendoti insultato
per un po' di goliardia
piglia, ciapa, porta via

Però in fondo ti capisco
ed un po' ti compatisco.
Ti sentivi già il migliore
Non avevi alcun sentore

Riportata su la testa
eri pronto per la festa
ma crudele fu il destino
che ci mise lo zampino

Tutto cambia all'improvviso
dalla sera alla mattina
su dai, facci un bel sorriso
sei tornato a pecorina

Su, da bravo, presidente
sei tornato ai tuoi livelli
coi tuoi gesti degli ombrelli
di magnifico perdente

Noi saliamo sull'Olimpo
con la Coppa degli Dei
mentre tu resti nel Limbo
con i tuoi bei piagnistei

Vogliam farci perdonare
per la frase un po' scurrile
e vogliam rettificare
quella scritta tanto ostile

In maniera più educata
affinchè sia cosa grata
Ti diciamo. "Lo scudetto
te lo metti su nel retto"

E se ancor non ti sta bene
la cambiam come conviene
e diciamo piano piano:
"Mettilo nel deretano"

lunedì 28 maggio 2007

Quando gli asini volano nel ciel....Ciao Chievo.



Si chiude la stagione 2006/2007. Si chiude un anno e un campionato che definire anomalo è un eufemismo. Finisce la favola Chievo e di questo francamente mi dispiace. La favola del Chievo è una storia bellissima che non ha precedenti in Italia. Mi ricordo un gioco spumeggiante, fatto di corsa, muscoli, testa, pressing, verticalizzazioni, giochi sulla fascia. Sempre ai vertici, sempre a stupirci. Forse proprio perché non è mai stato abituato a lottare per non retrocedere che alla fine è capitolato.
Non venitemi però a dire che era tutto scritto: per favore, il Chievo, ha perso la serie A sul campo. Gli sarebbe bastato pareggiare. Io che vengo da Piacenza so cosa vuol dire rubare una salvezza. Nessuno te la regala, te la devi sudare partita dopo partita, correndo su ogni pallone.
Il primo maggio del 1994 per noi piacentini non è solo il triste giorno della scomparsa di Senna, ma anche la retrocessione pilotata del Piacenza il cui artefice aimè è stato proprio il mio amato Milan. L’anno dopo il Piacenza è stato in grado di ripartire e di trionfare in serie B nella sua stagione più bella (come dimenticare il tridente da 50 gol De Vitis-Piovani-Inzaghi), macchiandosi però a promozione raggiunta delle stesse pene, ossia partite perse contro squadre in lotta per salvezza e promozione. Fa parte del calcio e alla fine non c’è nulla di male.
Caro Chievo anche noi eravamo una favola, l’unica squadra composta da soli giocatori italiani però il nostro dovere sul campo lo facemmo, andammo a pareggiare a Parma il venerdì, la domenica il Milan, già con la testa ad Atene, perse in casa con la Reggiana e da allora guardacaso, le ultime tre giornate si giocano tutte in contemporanea. Non gridare allo scandalo, accetta serenamente il verdetto del campo e prova a ripartire.
Capitolo gemellaggi e partite già perse in partenza: in Spagna l’atletico Madrid ha perso in goleada dal Barca pur di non far allungare il Real, oggi non si gridi al solito scandalo tutto italiano se i tifosi rossoneri cantavano con quelli reggini per una salvezza strameritata partendo da meno 11; una sola squadra nella storia è riuscita a perdere con tutto uno stadio che cantava per loro e che chiedeva alla propria squadra di perdere… Lazio-Inter, 5 Maggio 2002, ma questa è tutta un’altra storia. Bellissima…
Amen.

giovedì 24 maggio 2007

IL CALCIO ITALIANO HA LA PELLE DURA


Leggendo i vari giornali stranieri del dopo partita sono rimasto particolarmente colpito dalla stampa francese (sempre ostile nei confronti dell'Italia)la quale secondo il mio modesto parere si è dimostrata la più obbiettiva.Infatti i nostri "cugini"francesi elogiano il Milan e anche il calcio italiano in generale “capace di aggiudicarsi le due più grandi competizioni mondiali in meno di undici mesi: gli scandali gli scivolano via di dosso perché il calcio italiano ha la pelle dura e perché la sua cultura della vittoria è più forte di tutto quando viene il tempo dei premi. Si potrà sempre dire che il Milan non doveva disputare la Champions, ma è sul terreno che i rossoneri hanno conquistato l’Europa per la settima volta”.Forse fuori dall'Italia si sta iniziando a capire che quando noi Italiani siamo sotto pressione diamo il meglio di noi stessi e riusciamo a compiere imprese a dir poco impossibili all'attesa.. Da Interista quindi faccio i complimenti a questa squadra ITALIANA capace di tenere in alto l'ORGOGLIO ITALIANO in Europa, in un anno molto difficile per la credibilità del nostro calcio ... l'Italia viene prima di tutto..

Rapina a mano armata?

Dal momento che Boria mi ha anticipato (con un post meraviglioso), tralascerò le questioni sentimentali, di nazionalismo e di epica. Mi dedicherò quindi ad un esercizio più piccolino, e forse un po più meschino, quello di commentare il titolo del Sun: "Atene: rapina a mano armata!".
La prima cosa che mi viene in mente è sorridere, perchè io, stamattina, mi sono svegliato da Campione d'Europa, loro invece si sono trovati in mutande. Già, perchè perdere è brutto, ma perdere dopo proclami roboanti lo è ancora di più. La spocchia inglese aveva ormai raggiunto livelli siderali, l'indomani del 7-1 dell'Old Trafford, 3 semifinaliste, Roma umiliata, calcio italiano agonizzante: che caduta di stile, per giunta da parte dei portatori della verita del fair play. Ma dove sta il fair play inglese? Dopo la evidente ruberia della FIFA ai mondiali coreani noi italiani ci siamo arrabbiati, e tanto, ma si parlava di gravità differente. La nostra risposta è arrivata in Germania. Noi non sappiano perdere benissimo, ma nemmeno malissimo, perchè sappiamo che prima o poi ripagheremo con la stessa moneta. Invece sappiamo vincere, eccome. Un onesto giornalista ha detto che partite come quella di ieri non devono essere giocate bene, devono essere vinte. I milanisti ricordano bene il meraviglioso gioco espresso ad Istambul, ma ricordano anche cosa ne è rimasto. Le squadre italiane sanno vincere. Le altre un po meno.


23 Maggio2007. Un’altra data da incidere nella storia. Il mio intervento su questo blog è tardivo e forse potrei essere considerato un codardo perché scrivo solo oggi all’indomani di un grandissimo trionfo. Ma non è così. Il mio pensiero va ben al di la dei trionfi che non possono solo far altro che confermare la mia idea.


Ieri sera si è consumata una vendetta sportiva bellissima, degna del miglior sceneggiatore. Io al calcio ho ancora ben poco da chiedere. Ho visto cicli di Milan stellare, da Sacchi, passando per Capello e ora quello di Carletto. Ho avuto il piacere di innamorarmi di una squadra grazie ai gol del cigno di Utrecht, ho visto i tre olandesi, la difesa più forte del mondo e della storia, sono rimasto estasiato dalla finezza e dalla classe di Zorro Boban, ancora adesso il mio preferito. Ora ammiriamo Kakà e Pirlo, Gattuso e Nesta. Ho gioito ai gol di Sheva, e mi sono sentito tradito nel profondo quando se n’è andato adducendo scuse del cazzo. Non è un comportamento da Milan, non ne è più degno.
Ho visto il Milan schernire l’Inter e salire sul tetto d’Europa battendo quella cara vecchia odiata Signora in quel 28 Maggio 2003 che ancora ricordo essere uno dei giorni più belli della mia vita.
Abbiamo perso sbeffeggiati dai francesi nel 2000, ma la vendetta, come ieri sera, è un piatto che servito freddo ha tutto un altro sapore… 9 Luglio 2006… Italia campione del mondo. Francesi e tedeschi, a casa!!!

Queste sono righe di un milanista, ma ora voglio parlare da italiano orgoglioso di esserlo.
Quando uno gira il mondo si accorge che l’Italia è la barzelletta per antonomasia. Tutti ci danno dei mafiosi e forse hanno anche ragione. Siamo i più furbetti e non finiamo mai di volerlo essere.

Ma siamo anche una nazione che in ogni disciplina sfoggia campioni indiscussi, viviamo ogni evento con un trasporto che non ha eguali. Hanno provato a massacrarci, a cercare di affondarci con accuse infamanti. Chi è senza peccato scagli la prima pietra!!! Non venitemi a dire che in Inghilterra o in Francia non accadono queste cose…
Calciopoli è alla finestra, l’Italia si chiude a riccio e vince il mondiale.
Penalizzano il Milan e il Milan vince la Champion partendo dai preliminari umiliando l’Inghilterra dei soldi facili e del calcio più signorile (in nome del fair play ricordo come è stato fischiato Gattuso all’Old Trafford…).
Il Sun all’indomani del 7 a 1 del Man United alla Roma titolava: “Ecco il reale valore della serie A italiana!”. Oggi, 24 Maggio 2007 dopo 3 semifinaliste inglesi io direi :”Tutto qui?”.

La Roma ha sfoggiato un calcio che da anni non si vedeva in giro per l’Europa, e quindi tanto di cappello. L’Inter, ha trionfato in Italia come uno schiacciasassi(17vittorie consecutive è un record difficilmente eguagliabile), e quindi tanto di cappello. La Juve si è ricostruita, partendo dal basso, dai suoi originali valori e dal suo capitano, ora piano piano sta riacquistando credibilità e simpatia, forse lo scudetto più difficile della sua storia. E quindi tanto di cappello.
Il Milan ha giganteggiato in Europa dimostrandosi la squadra più vincente degli ultimi vent’anni. Chapeau.

Perché quando ieri Paolo Maldini ha alzato quella coppa i miei occhi erano lucidi. Erano lucidi perché mi ricordo quel ragazzino con la maglia numero 7 dell’Italia correre sui campi in quelle notti magiche. Mi viene in mente il Principe, Totò e la conferma dell’Astro per eccellenza,Roby Baggio. E rivedo un bambino che rimane folgorato da quel gioco bellissimo, capace di regalare emozioni, gioie e delusioni e che comunque accompagna da allora la mia vita.
Quando ebbi la fortuna, a 11 anni, di andare a Milanello a vedere i miei campioni, alla vista del Capitano (e non lo era ancora, all’epoca il capitano era Franz) mi si è strozzato il fiato in gola. Non riuscii a dir altro se non: “sei il mio campione preferito!!”. Ebbene, Maldini dirà addio tra breve (Onore a te Capitano.), Baggio non c’è più e non si guarda più la tv la domenica sera per vedere il solito rigore regalato alla Juve. Non sarà più come una volta.
Ma il calcio deve ripartire da qui: dai trionfi dell’Italia e dal gioco spumeggiate delle nostre squadre ai valori tramandati dai nostri campioni, quelli veri, che purtroppo appartengono al passato.

L’orgoglio di un italiano rossonero: Inchinatevi gente e levatevi il cappello di fronte a questa grande Italia. Noi ci saremo sempre e non molliamo. Mai. Siamo i CAMPIONI, in meno di un anno, del MONDO e D’EUROPA. E ora andatevene a letto….

Abbiamo vinto tutti...



Il Milan è campione d'europa, l'Inter finalmente ha vinto lo scudetto, la Roma si porta a casa la Coppa Italia, la Lazio si è qualificata per la Champion's League dell'anno prossimo, la Fiorentina dopo una decina di punti di penalizzazione ha raggiunto una insperata qualificazione alla Coppa Uefa, la Juve è tornata in serie A vincendo e convincendo e Napoli e Genoa si giocano la promozione alle ultime giornate. Cosa vogliamo di più noi tifosi Italiani? E' stato un anno di grande calcio e gloria che è iniziato con l'impresa degli azzurri in Germania che a Berlino hanno alzato la coppa in faccia ai cugini francesi e terminato come tutti sappiamo. Il calcio italiano, che era dato da molti per morto,ha dimostrato tutto il suo valore vincendo i trofei più importanti in europa e nel mondo. Questo, il 2007, è un anno magico, da incorniciare e da raccontare un giorno ai nipotini... Ci siamo presi tutte le rivincite calcistiche possibi: abbiamo vinto con la Francia che ci aveva battuto in finale degli europei; Trezeguet, che segnò al golden gol, ha sbagliato il rigore a Berlino; la Germania che ci ha vinto il mondiale in casa la abbiamo battuta nel suo covo di Dortmund ed infine il Liverpool che ci ha "strinato" ad Istambul la abbiamo superata a modo loro, giocando un calcio orribile. Adesso, tifosi italiani, continuiamo pure a sfotterci a vicenda per tutta l'estate, perchè tanto, quello che conta, è che siamo, per i prossimi 3 anni, i CAMPIONI D'EUROPA e DEL MONDO!!

mercoledì 16 maggio 2007

HO ANCORA FAME

Tornare nel merito della discussione "la stagione dell'Inter è o non è una stagione da incorniciare" non mi interessa più di tanto. Parlano i numeri, parlano i record.
Il giochino della Gazzetta "è più forte l'Inter o il Milan" è una vera scemata, un processo messo su per vendere due copie in più e creare solo polemiche. L'Inter ha dimostrato sul campo il suo valore contro i futuri campioni d'Europa (tanti auguri cuginastri!).
Ma in questi giorni i miei pensieri vanno al futuro. Alla prossima stagione.
Si preannuncia affascinante e combattutta, con il ritorno dei Gobbi dalla serie degli scemi, MAI vista ne sfiorata dalla Beneamata. Ci sarà da divertirsi e finalmente si potrà giudicare a pieno la solidità dei campioni d'Italia. E' l'anno prossimo che riusciremo a determinare la grandezza della nuova Inter, quella vecchia era perdente, questa ha 2/3 anni di storia da scrivere.
La base c'è, senza dubbio. Mancano però quei 2 giocatori chiave che le facciano fare il salto di qualità decisivo. I campioni. Gente con esperienza. Gente con personalità. Gente che ha vinto tanto e che sappia dominare la tensione nelle partite decisive. Quest'anno abbiamo vinto partite importanti, ma fallendone alcune chiave (Valencia e Roma in casa). Gli innesti devono portare nuova fame agonistica e nuova mentalità. Una mentalità vincente che l'Inter ha dimenticato di possedere. Adesso deve nascere la nuova Inter. I tempi del "non vincete mai" sono finiti. Questo campionato deve essere dimenticato alla svelta, c'è il rischio che ci senta appagati (la stgione dopo l'88/89 ne è la prova). L'anno zero del calcio, quello senza i LADRI, è cominciato con una vittoria. Che continui però.
Non bastano solo un paio di acquisti? Crediamoci. Io ci credo. Ho ancora fame.
Poi penso che il nostro presidente si chiama Massimo Moratti e ho qualche dubbio... ma questa è un altra storia.

sabato 12 maggio 2007

"Soldi e regali agli arbitri dalla Juve di Moggi"









Riporto le dichiarazioni del ex dirigente della squadra cadetta(Juve) Maurizio Capobianco.
"Agli inizi del 2005 sono venuto a conoscenza di almeno quattro casi in cui la Juve ha fatto arrivare beni di ingente valore a due arbitri italiani, a un esponente della Figc, e a uno della Covisoc". Maurizio Capobianco, ex dirigente della Juventus, in una lunga intervista rilasciata a La Repubblica spiega alcuni retroscena di Calciopoli: "Tutto quello che dirò - la premessa - è documentato e dimostrabile. Beni facilmente monetizzabili venivano consegnati per il tramite di società terze a soggetti terzi. Terzi legati agli arbitri da rapporti di parentela. I fatti risalgono agli inizi della gestione Giraudo-Moggi nell'anno '95. Chi sono questi arbitri? Questo non ho intenzione di dirlo, al momento. I beni? 20-25 milioni di lire, per ogni "gratificazione". Bergamo non so, Pairettoera di casa alla Juve".
"Perché parlo ora? Perché prima di Calciopoli quello che vedevo erano i frammenti di una vicenda che ha acquistato senso compiuto solamente dopo. Solo ora mi rendo conto di come hanno rovinato una società con una storia di oltre cento anni, con la complicità di arbitri, giornalisti, e istituzioni. Sulla questione giornalisti la Juve aveva consulenze molto ricche con società vicine ad alcuni di loro. Almeno in un caso, a inizio stagione si stipulava un contratto per studiare dei progetti di comunicazione. Poi a giugno, se la Juve aveva vinto lo scudetto, la società decideva di realizzare quei progetti e pagava il premio alla società di comodo: i progetti, ovviamente, non vedevano mai la luce"."Della Semana srl - continua Capobianco nell'intervista a La Repubblica - la società voluta fortemente nel luglio 2003 da Giraudo e partecipata dalla Juve per il 30%, si è parlato poco. Attraverso la Semana, Moggi e Giraudo, in violazione della legge Pisanu, finanziavano indirettamente le curve. Nei bilanci ci sono fatture da decine di migliaia di euro a gara per l'acquisto di coreografie, striscioni e quant'altro. Che mi risulti Semana è sempre operativa, Giraudo ha ancora il 2% della Juve e questo fa di lui uno degli maggiori azionisti bianconeri. C'è ancora Bettega, è consulente: io me lo ricordo Bettega in società, partecipava a tutte le riunioni con Moggi e Giraudo. Oggi decide tutto Secco (Alessio, direttore sportivo, ndr) che in passato non ha mai mosso un dito senza il consenso di Moggi. Il direttore del personale Sorbone è lo stesso. Renato Opezzi (a.d. di Semana e procuratore della Juventus, ndr), è da sempre il braccio destro di Giraudo. Il direttore finanziario Michele Bergero e il direttore marketing Fassone (ex guardalinee Aia, ndr) sono sempre lì. La nuova Juve di Cobolli, la chiamano... Ma se si sono tenuti persino Bertolini. Fa l'osservatore ufficiale con tanto di presentazione nell'ottobre 2006 sul sito internet Juventus"."Gli orologi? In dieci anni ho visto entrare centinaia e centinaia di orologi delle marche pi prestigiose: Jaeger Le Coltre, Franck Muller, Cartier, Girard Perregaux, Bulgari. La destinazione degli stessi, a parte quelli che finivano ai soliti giornalisti amici (oltre che a giocatori e staff), sono segreti custoditi da Giraudo e dalla Gastaldo che ne teneva la contabilità".Capobianco parla anche di Fabiani, ex d.s. del Messina coinvolto nelle indagini della Procura di Napoli. "Era di casa anche lui. Era così in confidenza con Moggi che all'inizio pensavo fossero parenti. Quando arrivava a Torino si prendeva gli uffici del settore giovanile e quelli diventavano i suoi uffici anche per giorni. La Juventus gli ha addirittura regalato una macchina. Le istituzioni? Moggi e Giraudo in Figc facevano quello che volevano. Io rimasi molto colpito da come venne coperto un caso di positività alla cannabis di un giocatore. Lo scoprì l'Uefa, nel '97. Lo comunicò alla Figc e finì tutto lì. La Gea? Ricordo che un caso che mi segnalò la signora Gastaldo. Nel dicembre 2004 si è coperta una provvigione liquidandola con un contratto di consulenza a una società di comodo. La fattura da 250.000 euro era intestata a una cooperativa romana di giornalisti dietro la quale, a dire della Gastaldo, c'era la Gea".

giovedì 10 maggio 2007

Quando parla un indipendente ....



Nel dibattito che in questi giorni divampa su chi sia più forte tra l'Inter che da mesi ha ammazzato il campionato e il Milan che ha annichilito il Manchester volando ad Atene, irrompe Zdenek Zeman.
Il tecnico boemo spiega perchè solleva il braccio di Mancio & Co: "A mio avviso l'impresa più grande è quella dell'Inter, che ha vinto lo scudetto stracciando un po' tutti i record del calcio italiano - scrive nella sua rubrica 'Senza schemi' sulla Gazzetta dello Sport - I nerazzurri hanno dominato dall'inizio della stagione manifestando uno strapotere assoluto a prescindere dagli avversari. Una rosa importante, gestita in maniera eccellente, cosa non scontata considerata la provenienza estera della gran parte dei giocatori di Mancini. Coesione e regolarità hanno permesso all'Inter di dominare la stagione in lungo e in largo: alla schiacciante vittoria del campionato bisogna infatti aggiungere un buon cammino in Champions (fuori solo con due pareggi) e la qualificazione per la finale di Coppa Italia". "La differenza più importante tra Inter e Milan è nell'età della rosa - argomenta Zeman - L'Inter ha un organico in cui le cosiddette 'chiocce' fanno da guida a un folto gruppo di calciatori che potranno esprimersi al meglio ancora a lungo, mentre il Milan è composto da molti uomini in parabola discendente, che già negli ultimi anni hanno mostrato segnali di cedimento. Non è un caso che tra le due squadre ci siano trenta punti di distacco. Oggi i rossoneri mascherano tutti i problemi grazie a uno straordinario Kakà. La Champions è diluita nel tempo, gli avvenimenti sono episodi separati fra loro e un campione del calibro del brasiliano, se arriva in forma agli appuntamenti importanti, è in grado di fare la differenza. Ma la forza di una squadra si misura giorno per giorno, nelle competizioni a lunga durata. E' per questa ragione che tra i due traguardi credo abbia maggior valore quello raggiunto dall'Inter, che non ha vissuto alcune serate da sogno, ma un anno da assoluta protagonista"

È stato un naufragio da dilettanti

Riporto l'articolo di Sconcerti pubblicato quest'oggi sul corriere della sera on line.....

Mi sembra l'analisi migliore trovata nel web.

È stata per l'Inter una sconfitta molto grave che pregiudica la Coppa Italia e lascia una traccia aspra su tutta la stagione. È vero che le vittorie sono come gli esempi, una volta ottenute restano. Non vanno ridiscusse ogni momento. Ma tra Inter e Roma è sempre rimasto un discorso di fondo non completamente chiarito. La Roma è stata spesso più bella dell'Inter e soprattutto è sempre stata più povera. Dove l'Inter aveva venticinque giocatori, la Roma si fermava a poco più della metà. È sempre rimasto un piccolo dubbio su cosa abbia determinato alla fine la deriva, se il discorso tecnico o quello dell'abbondanza.In realtà l'Inter era completa e la Roma no. I migliori della Roma (Totti-De Rossi-Mexès) sono forse più bravi dei migliori dell'Inter, che infatti li vuole, ma la somma algebrica è dall'altra parte, è tutta per l'Inter. Resta però una serata come questa, non vergognosa ma squallida, così banale nelle sue giustificazioni da diventare volgare. E resta il disagio evidente dell'Inter a giocare contro la Roma. In tre settimane e due partite la Roma ha vinto due volte e segnato nove reti all'Inter. Il che porta a pensare che la vera partita dell'anno sia stata appena la terza, metà settembre, quando l'Inter vinse a Roma con il solito gol di Crespo. Fosse andata come ieri la Roma avrebbe lasciato l'Inter a 5 punti e forse tutta la stagione sarebbe andata diversamente. È stata una sconfitta brutale e normale. Tre gol in 15 minuti, altri tre nel resto del tempo. L'Inter ha avuto due volte modo di rimediare, ma ha insistito nei suoi limiti e per altre due volte ha perso la partita. Nel primo tempo alla Roma bastava apparire per seminare il panico, come un avvistamento di barbari. Non c'era difensore dell'Inter che attaccasse l'uomo, non c'era giocatore dell'Inter che avesse un senso tattico. Una botta di goliardia generale che era nell'aria, ma non poteva essere pensata in modo così tranciante. Bisogna evitare adesso di dare troppo credito a una singola notte di calcio particolare, bisogna evitare di credere al niente a cui si è assistito, ma non si può nemmeno sottovalutare. L'Inter ha sopportato la stagione ma non ha sopportato la vittoria. Si è dissolta nelle sue stesse consolazioni. Non sono questi i festeggiamenti di gente abituata a essere campione. Questa è la sazietà dei neofiti, di chi non sa darsi un limite. Soprattutto di chi non è assuefatto a vincere. Contro la Roma possono perdere tutti, è già successo. Ma questa non è stata la sconfitta dei più forti. È stato il naufragio di dilettanti.

Mario Sconcerti

C'E' CHI STA PEGGIO!!


Il Real Madrid tratta l'acquisto di Adriano, ma la trattativa per il brasiliano crea una netta spaccatura all'interno della Casa Blanca. Questa, in sintesi, la rivelazione del quotidiano spagnolo As, un caso che promette di diventare il tormentone nei prossimi mesi, quando il mercato entrerà nuovamente nel vivo. Secondo As, il direttore generale madridista José Angel Sanchez starebbe negoziando già da due settimane l'arrivo tra i blancos del brasiliano per la prossima stagione. Una trattativa intavolata con il presidente nerazzurro Massimo Moratti e con Gilmar Rinaldi, rappresentante del giocatore. L'intermediario, come spesso accade in questi casi, è l'italiano Ernesto Bronzetti.
Incredibile, il Real stà diventando la barzelletta d'Europa e non vince neanche.
Inoltre Baldini e Mijatovic perdono e riacquistano potere da un giorno all'altro.
Ma poi Bronzetti perchè è sempre in mezzo???
Gae

Non ci siamo

Non ci siamo Inter, non ci siamo. Ieri pomeriggio aspettavo con una certa impazienza la partita dell'inter, per capire quale fosse il suo atteggiamento di fronte alla terza partita dell'anno che DOVEVA VINCERE. Le prime due sono state nell'ordine Valencia-Inter e Inter-Roma di campionato. Vedete, nessuno mette in discussione la superiorità tecnica di quest'inter, piuttosto viene da sorridere quando si apprende con scadenza regolare che l'Inter non riesce ad assumere la caratura di squadra di primo livello, ovvero non riesce mai ad avere il cinismo e la forza d'animo necessari per far prendere una piega favorevole anche alle partite più difficili, che poi è quella qualità che distingue una grande squadra da una che grande non lo è. Il coro dei piagnistei di ieri volava più o meno su quest'onda: "abbiamo stravinto il campionato con 30 punti di vantaggio, è stato un anno fenomenale, ecc.." Ma lo vuole capire o no, Mancini, che la sfida a San Siro in cui poteva vincere lo scudetto anticipato valeva di più di Inter-Ascoli? Lo scudetto lo ha vinto lo stesso, è vero, ma una grande lo avrebbe vinto lì, in casa, non a Siena. Lo vogliono capire o no che Valencia-Inter valeva infinitamente di più di Messina-Inter? Avrebbero vinto lo scudetto, è vero, ma arrivare in fondo alla Champions sarebbe stata la miglior cura contro le malelingue che rinfacceranno loro per sempre il valore di qesto scudetto. La malattia dell'Inter è la sua miopia, il suo essere piccolina, il suo perseguire l'obiettivo più facile ed accontentarsi di esso. La caratteristica della grandi squadre è invece la voracità, la volontà e la determinazione di essere vincente in ogni situazione. Cosa ancora più fastidiosa è la continua ricerca di scuse da parte di allenatore e presidente, che non fanno che peggiorare la situazione. E' come quando i genitori difendono i figli asini a scuola, a cena sono tutti felici e contenti ma davanti ai professori, poi, risultano impreparati, sorpresi ed arroganti. Una bella tirata di orecchie invece, ogni tanto, aiuterebbe la squadra a fare quel salto che, almeno per quest'anno, non ha ancora fatto. Rimandati.

mercoledì 9 maggio 2007

Adesso nessun revisionismo...


Per la prima volta nella stagione nerazzurra giungono le prime meritate critiche ad una squadra che ha sbagliato una partita per la prima volta nella stagione come dichiara il Campione del Mondo Marco Materazzi:""Dobbiamo rendere onore alla Roma che ha giocato bene, ha vinto e ha fatto sei gol. Però noi abbiamo sbagliato una partita in un anno e la nostra stagione non è affatto da buttare. Non ci dimentichiamo di aver vinto lo scudetto e ora dovremo fare un'impresa per ribaltare il risultato".L' Inter non perdeva fuori casa in Coppa Italia dal lontano 19 dicembre 2002(Bari-Inter 2a1) e questa brutta sconfitta di certo non intacca lo strapotere nerazzurro di questo anno dove ha raccolto solo record su record e ha stracciato con convincenti prestazioni i cugini rossoneri, ora a -30 in classifica dalla squadra nerazzurra.L'allenatore di Jesi ha commentato in modo laconico:" "Probabilmente la Roma ha messo in campo più motivazioni e concentrazione di noi , quest'oggi l'approccio e le motivazioni hanno fatto la differenza. Noi abbiamo giocato male e loro hanno meritato la vittoria, in ogni caso questa sconfitta non toglie nulla a quanto fatto in Campionato . L'Inter è prima con 90 punti, ha vinto lo scudetto ed è solo questo ciò che resterà".L'allenatore nerazzurro lascia intendere ovviamente che questa sconfitta non sarà assolutamente la macchia di una stagione a dir poco STRAORDINARIA ma anzi sarà un maggior motivo di rivalsa per la partita di ritorno...Tutti gli Antinteristi sono avvisati...

Scoppa Italia.....


Carissimi,











ROMA 6 - inter 2.............................

Che dire?
L'
inter probabilmente è "sazia" dopo lo scudetto che ha vinto per due anni di seguito.... ahahahah!!!

Ora che dice il Mancio?

Suggerite non le dichiarazioni che ha reso pubbliche ma quello che effettivamente ha pensato a fine partita (anche se probabilmente sono meno divertenti.....)

PS: in caso di sconfitta chiedero pubblicamente scusa.



martedì 8 maggio 2007

Quando non vincere brucia ma vincere brucia ancora di più

Ho letto su vari quotidiani alcune dichiarazioni che suonavano più o meno così:

  • Meglio vincere il campionato che la Champions
  • Due Trofei (Scudetto e Coppa Italia) sono meglio di uno (Champions League)

Chi ha detto queste cose secondo voi?

Chiaramente uno che ha già vinto ma che ha ancora paura di non vincere: Mancini!!!!!!!

L'allenatore dell'Inter è un grande premonitore.... Sa benissimo che una eventuale Champions al Milan significherebbe passarel'ennesima estate da "mezzo vincente".

Al giorno d'oggi il vero vincitore della stagione è chi porta a casa la coppa con le orecchie.

I campionati è bello vincerli certo, ma il gusto di stare sul tetto d'Europa è qualcosa di più.

Sono sicuro che la sorte non permetterà all'interista di gioire fino in fondo, di gridare libero da ogni peso.

Forza Milan! fai un ultimo passo e fai contenti tutti gli antiinteristi d'Italia...

lunedì 7 maggio 2007

Lo strano caso del calcio francese

Quando si parla di calcio europeo, la disputa tra i migliori campionati si gioca sempre tra Italia, Spagna ed Inghilterra. Germania un gradino più in basso. Francia addirittra non considerata. Perchè? Bella domanda. La Francia è rappresentata da una nazionale che da 10 anni sta in testa alle classifiche di rendimento, alimentata da settori giovanili che sfornano giocatori fenomenali che vengono poi trasformati in campioni da altri campionati. In Francia tornano soltanto per la nazionale o per passare le vacanze estive. Questo perchè la Ligue 1 non è all'altezza, non annovera squadre di caratura internazionale e, di conseguenza, non rappresenta una buona scelta per giocatori in cerca di fama e di ingaggi milionari. La Francia, è vero, è meno calciofila di noi, il rugby vanta un gran pubblico, ma comunque resta una nazione appassionata di calcio. Allora perchè, fatta eccezione per il Marsiglia di Tapie, l'intero movimento non ha mai prodotto una squadra capace di vincere e confermarsi a livello europeo? Semplice, nessuno è disposto a sperperare fortune per na squadra di calcio. I francesi sono soliti prendere in giro Berlusconi anche per quanto "butta via" nel calcio e non hanno mai amato ed appoggiato Bernard Tapie qando fece dell'OM nua grande squadra. L'intera nazione sembra trovare immorale tale scialaquo di risorse e non è facile quindi per un presidente utilizzare un club come trampolino di lancio per la propria brama di visibilità o di ricerca di facili consensi popolari. Per dirla con gli inglesi: "Il calcio è uno sport da signori praticato da cafoni, il rugby è uno sport da cafoni praticato da signori".

JS

sabato 5 maggio 2007

Profumo d'estate


Come ogni estate i giornali, in assenza di notizie calcistiche di particolare rilievo, si danno alla pazza gioia con "BOMBE" di mercato a più non posso. Visto le particolari condizioni climatiche e un campionato ormai finito da un pezzo, sembra proprio essere arrivata l'estate calcistica. Diamo dunque un occhiata alle principali sparate di alcuni giornali di questi giorni:

-MEXES potrebbe lasciare Roma per 10,5 milioni (clausola rescissoria) perchè i due non trovano l'accordo sul rinnovo del contratto in scadenza il primo gennaio 2008. Milan e Real sono in prima fila per il gioiellino francese che farebbe fare un notevole balzo di qualità ad entambe. Al Milan farebbe rifiatare Maldini e Nesta mentre al Real non ne parliamo nemmeno...
-DECO sembra vicino all'Inter che finalmente potrebbe avere un pò di qualità in un centrocampo di spaccagambe. Il tutto sembra possibile solo se il Barça cederà anche Ronaldinho e quindi attuerà il suo programma di "rifondazione" che si è ventilato ultimamente.
-CRESPO non conosce il suo futuro da circa 5 anni... potrebbe restare all'Inter (intenzione di Moratti) oppure tornare al Chelsea anche se a Mourinho, non si sà per quale stupido motivo, non è mai piaciuto. Ma attenzione perchè pare che la Juve sia alla finestra...
-TERRY dicono che piaccia molto a Inter e Milan (e lo credo..) ma penso sia una vera e propria bomba perchè non capisco il motivo che abbia il giocatore di lasciare Londra e la fascia di capitano.
-TONI spero invece che se ne vada una volta per tutte in una grande cosi la finisce di lamentarsi un giorno sì e l'altro pure.
Comunque sembra molto molto vicino al Bayern anche se l'Inter non molla la presa.

Queste sono solo le prime chicche di un estate calcistica all'italiana....

VIGILI DEL FUOCO DI LA SPEZIA-REAL MADRID 1-1


IL PUNTO DI PINUTZ

Scorrendo l'albo d'oro del campionato italiano di serie A, si legge "Vigili del fuoco di La Spezia scudetto 1944". Inizialmente quel titolo fu revocato per l'evidente scarso livello tecnico del torneo. L'Italia era sotto i bombardamenti, le società riuscivano a mala pena a trovare 11 giocatori da far scendere in campo. Comunque, grazie alla perseveranza delle autorità civili e sportive spezzine, che per decenni rivendicarono la validità di quello scudetto, alcuni anni fa quella vittoria fu legittimata. Era stato riconosciuto il coraggio e la passione per gli atleti, dei dirigenti e degli spettatori e soprattutto si era rispettato il principio fondamentale di ogni sport: quando la gara si svolge regolarmente il vincitore va premiato e l'avversario onorato anche se sconfitto. Se si seguono questi valori sminuire l'ultimo scudetto dell'Inter è un atteggiamento antisportivo, dietro ogni vittoria c'è lavoro e sacrificio, qualunque sia l'avversario. Il caso estremo e romantico dei Vigili del fuoco di La Spezia lo insegna.
Oltre all'aspetto morale, se vogliamo approfondire la questione tecnica ed entrare nel merito, va subito ricordato che ogni evento sportivo è unico e irripetibile.
Quanti sono i ginnasti, i nuotatori o i pugili che hanno vinto una medaglia d'oro perchè il campione della loro specialità si era infortunato qualche mese prima la competizione?
Mio cugino Luigi Scarabello ha vinto la medaglia d'oro per il calcio alle Olimpiadi di Berlino del 1936, anche perchè Hitler non ammetteva o comunque osteggiava atleti di colore; così squadre come il Brasile, per fare un esempio, incontrarono naturalmente molte difficoltà.
Il Grande Real Madrid di Puskas e Gento vinse 5 Coppe dei Campioni di seguito, anche perchè quel torneo, all'epoca, era un pò snobbato dai club inglesi e iitaliani, ma nessuno si è mai sognato di mettere in dubbio la forza di quella leggendaria formazione.
I Vigili del fuoco di La Spezia hanno vinto.
Il Real Madrid ha vinto.
Vigili del fuoco-Real Madrid 1-1.

Per concludere: ho una piccola speranza nel cuore, vedere alcuni bimbi, di padri milanisti indaffarati e distratti, affascinati dai colori nerazzurri di questi giorni vittoriosi, diventare interisti!!!

venerdì 4 maggio 2007

Chi lo vuole indietro?


Il Presidente Silvio Berlusconi ha aperto le porte ad un eventuale ritorno di Shevchenko a "casa". Il popolo milanista non l'ha presa bene, raramente si dimentica chi tradisce i suoi colori, la sua fede, specialmente chi lo ha fatto con scuse subdole ("mio figlio deve imparare l'inglese"). Dal punto di vista economico l'operazione sarebbe sicuramente vantaggiosa: venduto a 45mln, l'Ucraino potrebbe essere ripreso per meno di 10mln; visto che trattenere un giocatore scontento non è utile a nessuno, sarebbe evidente la posizione di forza del Milan nella trattativa. Il che significherebbe portare in cassa un utile netto di 35 milioni, senza aver sarcificato un gran che in fatto di risultati, visto che il milan, anche senza di lui, ha raggiunto la finale di Champions League. Sul piano tecnico invece sarebbe molto affascinante vedere la coppia Sheva-Ronaldo, due tra gli attaccanti più forti di sempre.

Cuore o ragione? Voi cosa dite? Lo rivorreste a "casa" o no?

giovedì 3 maggio 2007

Duri a morire


Adriano Galliani, ai microfoni di Sky, non aveva il solito sorriso burlone. Era felice, sì, ma anche aggressivo, ce l'aveva con la stampa, i cronisti, i commentatori, con tutti quelli che non hanno riflettuto prima di sancire la fine anticipata di questo ciclo milanista. Ieri notte il Milan non ha compiuto un'impresa storica, ha semplicemente battuto una squadra nettamente peggiore, su tutti i piani. "Non si arriva fin qui con i ragazzini.." ha continuato il Vice-presidente, come ha ragione. In tempi non sospetti, su queste pagine, scrissi che il Milan non doveva temere questo Manchester, squadra pericolosa, sì, ma che fino a due mesi fa arrancava e perdeva con il Copenhagen. La vittoria contro la Roma ha ribadito per l'ennesima volta che la famosa "sportività inglese" non esiste: non si infliggono parziali così pesanti ad un avversario in Europa, e soprattutto non si usa tale parziale come leva per giudicare inferiore un intero movimento calcistico. Gli inglesi l'hanno pagata cara. Sui tabloid stamattina si leggeva che Milan-Liverpool è una finale indegna. Indegno invece è colui che lo scrive, così ottuso da non capire che se le due squadre si trovano ancora lì, per la seconda volta il tre anni, un motivo dovrà pur esserci. Il Milan ha vinto sei Coppe, il Liverpool cinque, qui non contano le stelle dei campionati nazionali. Chiedere conferma alla Juventus. Ci sono squadre che sono nate per questa competizione, che, anche se acciaccate, in un modo o nell'altroci arrivano sempre in fondo. Ad Atene, palcoscenico caro al Diavolo, si reciterà uno splendido atto secondo, che sa un po di rivincita, ma non lo è per nessuno. I ragazzi di Ancelotti sono carichi, determinati, vedono il traguardo, non devono rischiare di essere accecati da sentimenti di rivalsa, devono soltanto partire dallo 0-0 e trasformarlo in qualcos'altro, in qualcosa che decideranno loro, perchè il Milan non è inferiore a nessuno, cosi come non lo è il calcio italiano. L'unica sorpresa, almeno per me, è stata vedere questi gloriosi campioni pluridecorati, lottare come diavoli, stringersi l'un l'altro, incoraggiarsi, collaborare, soffrire come ragazzini. Una straordinaria lezione d'umiltà per tutti i cosiddetti grandi campioni, per tutte le cosiddette grandi squadre.

Per concludere vorrei spendere due parole su Kaka, il più italiano dei brasiliani, che quest'anno sta dimostrando che Sheva non era una necessità ma un lusso di cui il Milan poteva fare a meno. Kaka è l'unico giocatore al mondo che dà l'impressione di poter risolvere la partita da solo. Adesso gli manca una sola partita da risolvere.

martedì 1 maggio 2007

Steven Gerrard Gerrard is better than Frank Lampard Lampard....



Questo è uno dei tanti cori che vengono intonati nella bolgia di Anfield.. Il Chelsea è sicuramente favorito e più forte ma siamo sicuri che tutto questo basti per vincere una Champion's League? Non vi siete mai chiesti perchè il Liverpool è da anni che non lotta in Premier mentre in Europa è sempre lì? Ho sempre pensato che i soldi servissero per un club ma che non bastassero per vincere tutto e per ora la storia lo stà confermando. La tradizione e l'abitudine di un pubblico a fare da dodicesimo uomo in campo sono cose che i giocatori sentono e che un russo qualsiasi non può di certo comprare coi sui petrodollari....
Credo che l'1-0 dell'andata sia difficilmente ribaltabile dal Liverpool ma stiamo attenti nel fare pronostici azzardati, i Reds ci hanno abituato, ahimè, a cose assolutamente imprevedibili e straordinarie....
E se una volta per tutte Steven Gerrard dimostrasse di essere meglio di Frank Lampad? E se esistesse veramete un Dio del calcio capace di modificare gli equilibri in campo e porsi come deus ex machina? Chi aiuterebbe secondo voi?
Il Chelsea è avvertito....

lunedì 30 aprile 2007

Paris et le foot

Sono appena tornato da Parigi, dove ho passato il weekend. Dato che qui si discute intorno al calcio, vi propongo qualce spunto di riflessione: nonostante l'alta società parigina sia tradizionalmente più affezionata al rugby, non ho potuto far a meno di notare che la sconfitta mondiale brucia ancora. Nessuno si azzarda ad avanzare giustificazioni tecniche, ma il caso Materazzi viene tutt'oggi maliziosamente utilizzato come diversivo e Zidane resta intoccabile. Mi chiedo come possa una nazione intera continuare a giustificare l'atteggiamento di quella sera.
Secondo interessante rilevamento: lassù sono innamorati del calcio inglese. Dal momento che il loro campionato è molto lontano dall'essere competitivo (e la nazioanle compete ogni due anni), i giovani parigini (di razza caucasica) sembrano aver eletto le squadre di Premiership come loro beniamine in campo internazionale. Ho subito numerosi sfottò per il 7-1 della Roma (maledetto Spalletti) ed altrettante gufate per la partita del prossimo mercoledì. Tutti sembravano adorare il Manchester e tributare al Milan soltanto quel rispetto dovuto alla gloriosa storia.
Ricordo ancora, quando ero più giovane, l'entusiasmo e l'ammirazione che raccoglieva il nostro calcio fuori dai confini: negli anni '90, negli Stati Uniti per esempio, Baggio era un semidio, Vieri la stella di domani, AC Milan (Ei Si Milèn) un vero simbolo. Lo so, sembrerò un po pessimista, ma vedo ovunque segni di decadenza del nostro calcio.
D'altra parte però continuo a scoprire lo straordinario valore di aggregazione di questo Sport, che, tra un Mojito Champagne ed una scorrazzata notturna sulla Senna, fa sempre parlare di sè.

JS

giovedì 26 aprile 2007

L'elzeviro del Calciofilo - II Puntata - I Viareggini e la Nazionale

Eccoci alla seconda attesissima puntata dell'appuntamento settimanale con la cultura calcistica.
Il nostro opinionista Nardini ci parla della Nazionale in una lettera aperta scritta prima del Mondiale.
Degno di nota il taglio "critico" verso l'allenatore Campione del Mondo.

Carrara 6/6/2006

Bello,Sbrocco mondiale sull'italia................................non avendo vissuto la situazione moggi in italia non so come potra' influire sul mondiale della nazionale........questa premessa e' doverosa.......quindi parto dal presupposto che il gruppo di giocatori della nazionale sia riuscito ad isolarsi dalle mille polemiche...........................Su 4 nomi scommetto a mani basse Buffon, Cannavaro, Sandro e Zambro............l'asenza degli ultimi due nella prima partita sara' pesante soprattutto quella dello juventino poiche' a sinistra ci manca un giocatore che sappia fare "tutta la fascia", zambro e' quello che va ful fondo e la mette per toni gila e pippo.....tre punte che hanno bisogno del cross e sono molto forti nell'anticipo..............Secondo me il nostro centrocampo e' buono, sono certo del cuore di gennaro e de rossi ma saranno cammoranesi e pirlo i due giocatori fondamentali.......senza un loro grande mondiale il nostro centrocampo puo' soffrire..........poiche' Mauro e' l'unico uomo di fascia (a sinistra non abbiamo nessuno) e servira' la sua profondita' e anche la sua capacita' di palleggio in mezzo al campo per aiutare la monovra...........Andrea invece e' quello che deve far girare tutti, e' il vero engine delle squadra.......................Perrotta puo' esere una buona alternativa, poiche' sa correre ed inserirsi, bisognerebbe sperare che giochi alla conte........corsa, inserimenti, determinazione e pressing...........Di France' non dico nulla..................se sta bene di testa e gambe non e' secondo a nessuno........ed e' il giocatore fondamentale per arrivare in fondo alla competizione.........l'italia ha due punte che non possono essere servite a trenta metri dalla porta......quindi la palla gli va portata e visto che a sinistra non c'e' nessuno.....france' e' l'unico che collega le punte alla squadra, ha il ruolo piu' delicato ed importante........le nostre punte non hanno le qualita' di Sheva ed Henry, sono punte che vanno servite....................cmq france' se vuole e' il migliore al mondo nel servire le punte..........Capitolo punte...........sono circa tutte uguali cioe' non vengono a prendersi il pallone sui trenta metri ma lo aspettano, sara' fondamentale quindi che sappiano tenere il pallone su e siano capaci di aprire spazi per gli inserimenti (a partita in corsa perrotta puo' sfruttare questa sua carattaristica, cosi' come cammoranesi)............Su pippo scommetto alla ceca.......toni e gila devono essere aiutati non possiamo pensare di puttargli il pallone a lasciargli giocare l'uno contro uno come fossero ronaldo.................loro sono bravi nelle sponde quindi l'italia deve essere corta e vicina alle sue punte.....cmq questi tre dentro l'area (the box) sono fra i migliori dell'intero mondiale........inoltre sono bravi di testa........quindi la squadra devi servirli per le loro caratteristiche.............cioe' se giochiamo lunghi e pretendiamo di servire toni o il gila con lanci di trenta metri non abbiamo capito nulla................come dice dan peterson la palla gli va portata (il playmaker deve portare la palla al lungo sotto canestro poiche' il lungo non sa palleggiare)...........Capitolo Del piero..........secondo me deve essere un giocatore di esperienza, puo' partire titolare o riserva ma deve garantire equilibrio, gioco e deve aiutare il centrocampo a salire (essere corti.....se non saremmo corti il mondiale per noi dura poche partite).................inoltre e' buono per punizionie rigori..........Oddo e grosso devono essere usati se vediamo che non abbiamo gioco sulle fascie (fondamentale per le caratteristiche di gila toni e pippo) e soprattutt perche' la lacuna a sinistra puo' portarci ad accentrare il nostro gioco e incasinare gli attacanti.................Non so come andremo ma senza il miglior france' e senza un attaccante prolifico sara' dura.........per arrivare infondo al mondiale devi avere difesa quadrata........un leader in mezzo al campo molto ispirato e un bomber prolifico che si gioca la cassifica marcatori................questo lo dice la storia, ripensa all'82' gentile scirea bergomi (senza difesa), conti e il barone causio a fare gioco e rossi capocannoniere del mondiale..............a poi c'erano gli inserimenti di tardelli..........speriamo che mauro perrotta e de rossi sappiamo fare altrettanto...................hanno le caratteristiche per sapersi inserire. Questo vale per tutte le squadre...................TIFERO' ITALIA, KAKA E..........................................VAN BASTEN......................sono certo che marco dimostrera' che sara' il miglior tecnico dei prossimi 10 anni...........ci scometto quello che vuoi..........e ricordati che io l'ho detto ora e non quando l'olanda ragiungera' le semifinali (poi esce.......lo so gia')...................a mi stavo dimenticando il piu' forte in assoluto LEO MESSI........sara' un altro mio palino da guardare...............Capitolo materazzi................marco va bene e gli chiedo solo una cosa............mi spacchi nedved..........tanto materazzi odia nedved quanto me e quindi lo spacchi definitivamente, da farlo uscire in lacrime ma lacrime di vero dolore insoportabile come la rottura del crociato o della tibia.......cosi per una volta vedro' nedved rotolarsi per terra per qualcosa di serio............Bona e divertiamoci durante il mondiale, ho la web saro' collegato con voi............lunedi' piglio il day off........e le altre sono fuori dall'orario lavorativo...................quindi sono gia' teso...........speriamo che dio ce la mandi buona e sena mutande................Ultima premessa, il viareggino di merda non e' il mio mister.....non lo sara' mai........non e' italiano..........non incarna i principi italiani.......e' arrogante e borioso come tutti i viareggini..........non lo chiamo neanche per nome......per me e' la merda di viareggio.....e spero non faccia cazzate poiche' due le ha gia' fatte in partenza non convocando lucarelli e panucci..........il solito viareggino di merda...........un giorno ti raccontero' come sono i viareggini............uomini di merda.......ora bona davvero devo lavorare..................un analisi cosi' sull'italia non la trovi in nessun quotidiano.

Marco

Quel giocatore che si è fermato a Milano

8kg di massa muscolare. Tanto ha perso Shevchenko da quando è al Chelsea.
Era un’attaccante forte, forse il più forte del mondo. Di sicuro il più completo ed efficace. Era arrivato giovane in Italia, cresciuto nella nostra cultura, formatosi come uomo dopo che un generale lo aveva allenato nel suo Paese. Qui aveva conosciuto la moglie e avuto un figlio. Era uno che bastava metterlo in campo, là davanti, a volte con la fascia da capitano, poi al resto ci pensava lui. Giocava a tutto campo, dribblava, segnava, faceva segnare, aiutava la squadra. Dicono che desse tutto anche in allenamento, che fosse diventato uno della vecchia guardia, amico dei grandi non per raccomandazioni ma per bravura. Era uno educato, timido, sfuggente. Mai una parola fuori posto, mai uno sgarbo, corretto fuori e dentro il campo di gioco. Piaceva un po’ a tutti, milanisti e non, semplicemente perché era uno di campo, poche chiacchiere, tanti fatti.
Vinse tanto, giocando da leader. Poi qualcosa si ruppe, sbagliò un rigore, perse una Coppa Campioni. E forse già allora avrebbe voluto andarsene, ma aspettò un’altra stagione.
Se ne è andato in estate, come era nei suoi pieni diritti di uomo e calciatore professionista, in un posto dove lo pagavano di più, molto di più, e dove, sembra, la sua famiglia fosse più felice. Tutto fila liscio.
Nei giorni in cui se ne andava, silenzioso, quasi nascosto in un aereo, i milanisti non ci credevano molto, forse perché ancora frastornati da quella Coppa del mondo così bella da vincere, che ha addolcito l’estate di tutti. Poi è cominciato il campionato, e, d’improvviso, hanno capito chi avevano perso. Non motorino Brocchi, il buon vecchio Cafù o Superpippo. Avevano perso Sheva, il top. Ma quasi non l’hanno neanche maledetto, tanto gli volevano bene.
Lui, a Londra ha cominciato a giocare subito. Male. Problemi di ambientamento pare. Tali problemi durano tuttora. Incomprensioni con l’allenatore, dicevano. Problemi che perdurano. Difficoltà con la lingua e la cultura inglese. Difficoltà che lo perseguitano anche adesso.
Gioca, non sempre, ma sempre male. L’ultima partita di Champions è l’emblema della sua stagione. Senza una posizione in campo, vagabondo senza casa, incapace di saltare l’uomo, involuto. Mai un tiro pericoloso, mai un’azione vecchio stampo. Sempre impaurito, timido, mai faccia alla porta. Qualche passaggino, qualche ripiegamento, una sostituzione finale. Doverosa.
Quando se ne andava, colpito nel profondo del cuore, confidavo a un amico non milanista:”Secondo me Sheva non sarà mai come prima, per me sta facendo il più grande errore della sua vita. Secondo me i suoi migliori anni della sua carriera se ne sono andati”. 8 mesi dopo sembra che avessi ragione. Magari poi vincerà, giocando anche bene, ma fino adesso avevo ragione io.
Forse alla fine vincerà lui la Champions, ma non la sentirà sua. Uomo troppo intelligente per farlo. Né tornerà indietro, perché sa che non sarebbe più il benvenuto. Non perché traditore, ma perché come lui può fare le sue scelte, noi, tifosi, quelli che seguono Milan-Cagliari come fosse un quarto di Champions, e guai a chi parla, fidanzate comprese, ebbene, noi siamo altrettanto liberi di mandarlo vaffanculo per la sua scelta.
E forse in finale troverà il Diavolo, e chissà come si sentirebbe se il Diavolo, bastardo, lo infilzasse.
Per ricordare a tutti che Sheva si è fermato a Milano, Shevchenko se lo tengano pure a Londra.

Pietro

Un anno con il Fantacalcio

Diciamo la verità, sotto sotto siamo un popolo di allenatori.
Ce la mettiamo tutta per trovare un modo per sfogare questa nostra voglia di impartire ordini dalla panchina, schierare titolari e riserve e vedere undici giocatori, che sentiamo un po' nostri, correre su di un prato verde.
Ci abbiamo ragionato per anni su quale potesse essere il modo migliore per reprime o esprimere la nostra voglia di calcio.
Alla fine Pro Evolution e fantacalcio sembrano le soluzioni migliori.
Ma se consideriamo che con la prima, spenta la playstation, finisce tutto, la seconda scandisce un'intero anno, 365 giorni di pura devozione!!!
Tutto ha inizio in una torrida estate, si spulcia la gazza al sole attendendo i grandi colpi del mercato estivo...che non arrivano mai... In questo momento si iniziano a formulare ipotesi fantascientifiche sui giocatori da acquistare, si dovrà essere in grado di presentarsi all'asta di fine agosto con le idee chiare sui titolari di ogni squadra ed una lista interminabile di obiettivi, sostituti degli obiettivi principali, sostituiti dei sostituiti e così via, almeno 50 scelte per ruolo. Praticamente il “lavoro” del fantallenatore inizia un mese dopo la chiusura del campionato.
Il momento tanto atteso dell'asta è arrivato, i partecipanti sono stati convocati con il seguente sms:
“casa mia ore 10 con cornetti, pietanza a scelta da concordare tra : parmigiana di melanzane, pizza rustica, polpettone ripieno di frittata, frittatone di cipolle, pasta al forno. Una bottiglia d'acqua a testa. 80 euri per pagamento premi anno precedente. A dopo. P.S. Per Dario: niente droghe”
Temperatura all'ombra 41° centigradi, umidità 98 per cento, ventilatore rotto, aria condizionata neanche a parlarne.
In questo clima mite e temperato ha inizio l'asta, si parte dai portieri e fino ai centrocampisti, tutto fila liscio.
È il nome di Kakà che scuote gli animi. Pausa per lo “spuntino”.
Si riparte due ore dopo con un leggero intorpidimento, ma gli attaccanti sono fondamentali per la stagione e tutti sembrano spiritati ed agguerriti.
Tutto finisce e si torna a casa dopo 6 ore di concitata asta.
È qui che tutto comincia, hai la squadra, 25 giocatori da amare e coccolare per una stagione intera.
Il campionato prende il via ed il fantacalcista inizia a vivere una settimana tipo che lo accompagnerà per il resto dell'anno:
LUNEDI: acquisto della Gazzetta alle ore 8.00 (se si può anche prima) e conteggio rapido dei voti della gazza con relativi invii di ogni genere di sventura ai giornalisti della rosa. Aggiunta bonus/malus spesso con invenzione assist inesistenti ("sono sicuro che glielo danno anche se era di spalle e l'ha toccata con un capello, sono sicuro che voleva darla a quello che ha segnato").
MARTEDI: acquisto Gazzetta ore 8.00 riconteggio voti ufficiali. Se è vittoria, telefonata al malcapitato avversario con relativi sfottò. In caso di sconfitta, staccare immediatamente il cellulare per evitare ulteriori problemi.
MERCOLEDI: è forse l'unica giornata di pausa della settimana, anche se si dedicano 2 minuti alla lettura delle squalifiche del giudice sportivo (“e ti pareva, con il mio prova tv e 5 giornate fuori, il tuo che ha fatto un'entrata da arresto, neanche una giornata”)
GIOVEDI: si iniziano a visitare i siti web delle squadre per valutare condizione atletica dei giocatori ed idee tattiche degli allenatori ("sicuro non lo mette in campo neanche questa settimana, stò allenatore ha il suo pupillo che è scandaloso in confronto")
VENERDI: acquisto gazza con consigli per fantatecnici...mai seguiti
SABATO: si compila la formazione, si valutano le ultime novità e si invia tutto al presidente di lega.
Si inizia con l'anticipo delle 18.00 anche se è Ascoli-Catania va visto.
DOMENICA: diretta gol, tutte le partite, l'ansia è al massimo (la legge del fantacalcio dice: "il difensore del tuo avversario segnerà contro di te anche se non ha mai fatto gol dal momento della sua nascita, però non disperare").
Nella mente del fantallenatore passa ogni tipo di incastro malato per far vincere la propria squadra, la squadra del cuore e portare sfiga all'avversario ("ora dovrebbe fare 3 gol barzagli, un assist Frey, segnare tre gol Paolmbo e sbagliare un rigore Oddo, così io vinco, la Samp vince e siamo tutti felici" il tutto a 5 minuti dalla fine...).
È un lavoro, ma come faremmo senza questo gioco che dà una ragione di vita alla domenica pomeriggio, ci fa cazzeggiare al lavoro, viene capito dalle fidanzate (non sempre ma è più facile del fuorigioco) e soprattutto ci permette di scrivere una tesi???


Gae

martedì 24 aprile 2007

Cornuto sarai te, io sono Diavolo!


Eccoci all'ennesima grande sfida che un club italiano ha deciso di regalarci. Anche se siamo abituati alle grande partite, un Manchester -Milan ha sempre il suo fascino. Gli inglesi sono stati raramente fenomenali come lo è stato il Milan, fatta eccezione per gli incredibili 11 di Bobby Charlton e George Best, ma hanno sempre avuto squadre di eccezionale temperamento, unendo la fisicità alla tattica, Sir Alex Ferguson ha sempre costruito squadre degne di tal nome. Data la mia giovane età ricordo bene il Manchester dei Calypso Boys (Cole e Yorke) che strapazzò la Juve, e quello dei Ferguson Boys (Beckham, Scholes, Butt, i Neville), già campione d'Europa contro il Bayern di Lothar Matthaeus. Squadre toste, determinate, giovani, fisiche, insomma, davvero pericolose. La caratteristica che preferisco del Man Utd è sua capacità di fare programmi tecnici a lunga scadezza, la sua capacità di trovare e valorizzare giovani calciatori, meglio se nati nel Regno Unito. Già, perchè la "squad" del Manchester generalmente è composta da giovani, inglesi e non, comunque massima espressione dei rispettivi movimenti nazionali, affiancati da un'ossatura di grandi giocatori d'esperienza, che però sono stati a loro tempo le giovani promesse di cui prima. Questa miscela di spirito, tecnica e gioventù ha tenuto il Manchester sempre ai vertici delle competizioni, malgrado qualche impasse dovuta a ricambi generazionali più difficili del previsto. Tra questi campioncini poi, ogni tanto, nasce il fuoriclasse, Cantona, Beckham, adesso Cristiano Ronaldo che, assieme a Wayne Rooney costituiscono la coppia d'attacco più devastante del calcio moderno. Velocità, tecnica, potenza e quel pizzico d'imprevedibilità e d'incoscenza che solo la gioventù sa dare.
Insomma oggi sono davvero uno squadrone attrezzato al meglio, ma non dimentichiamo che fino a qualche mese fa la squadra affrontò non poche difficoltà nei gironi eliminatori. Nessuno la annoverò tra le favorite fino al roboante 7-1 ai danni della Roma, partita che comunque vive di una storia a sè.
Questa sera all'Old Trafford andrà in scena uno spettacolo sontuoso, uno di quelli per cui è nata la Coppa dei Campioni. si troveranno di fronte freschezza e gioventù contro esperienza e storia.
Sarà bello vedere chi saranno i veri Diavoli stasera; quelli Rossi o quelli Rossoneri.
JS

lunedì 23 aprile 2007

Perde il pelo ma non il vizio..


Qualche anno fà, quando il Lione era diventata la sorpresa europea coi vari Essien Diarra Maluoda Fred e co., venne chiesto all'allora modello di dirigente da imitare Luciano Moggi perchè non provasse a prendere uno dei gioielli di quel Lione che tanto stupì, e lui rispose:" non mi sembra il caso, il Lione non è in difficoltà economiche...". Da sempre la linea guida della Juve è stato quello di cercare il più possibile di prendere per il collo squadre in difficoltà (vedi Balzaretti dal Toro) oppure aspettare le scadenze dei contratti per sciacallare in giro per il mondo (vedi Kovac e cocaina-Mutu) con tanto di figure di merda come quella del tormentone-Sagnol. Ora però dicono che la Juve è cambiata, o meglio, che la Juve del dopo-Moggi è tornata ad essere la vecchia Signora di un tempo, corretta ed elegante... A questo punto sarebbe lecito aspettarsi acquisti di basso costo su giovani sudamericani oppure di medio livello per cercare di riportare la juve in europa e poi tornare a giocarsi lo scudetto col tempo...
invece NO, la Juve è e rimarrà sempre quella di Moggi, quella che prende Hasan Salihamidzic e Grygera a parametro zero e non contenta spinge per rubare anche Saviola e Pizzarro (Bayern Munchen)... ho creduto ingenuamente che la juve potesse cambiare ma la Zebra bianconera non lo farà mai, potrà perdere ogni tanto un pò di pelo, ma statene certi, non il vizio....

Vincere e non festeggiare


Ieri pomeriggio si è fermato un incubo che durava dal 1989, l'Inter ha vinto uno scudetto sul campo, e lo ha fatto con largo anticipo, strapazzando chiunque, durante una cavalcata che è durata tutta la stagione. Dopo un andamento un po rallentato nelle prime giornate, in cui ha dovuto fare i conti con due squadre davvero in forma come Roma e Palermo, l'Inter ha fatto perdere le tracce di sè, giocando addirittura un campionato parallelo in cui la questione non era più vincere, ma registrare nuovi primati ad ogni giornata. Il valore tecnico dell'impresa non è in discussione, ed io, si badi, non intendo fare inutile polemica, però di scheletri nell'armadio l'inter ne ha. Eccome.
Chi abita a milano e ne conosce entrambe le sponde di tifo, sicramente ricorderà quello che accadde dopo la vittoria dell'ultimo scudetto del milan, ormai tre anni fa: città in delirio, piazza Duomo invasa, le strade addirittura impercorribili per le orde di tifosi che non solo festeggiavano uno scudetto, ma festeggiavano una squadra (detta "i meravigliosi") che aveva stravinto un campionato dimostrando efficacia, classe collettiva, e bellezza di gioco raramente viste fino ad allora. L'unico cruccio fu quello di perdere una semifinale di Champions League che sembrava ormai essere consegnata alla storia: quello fu un peccato di confidenza, di narcisismo.
Quello che mi chiedo adesso è: perchè ieri pomeriggio milano sembrava in festa per uno scudetto vinto dalla Sampdoria in trasferta a San Siro? Soltanto qualche clacson intermittente, qualche scalmanato in motorino che brandiva bandiere usurate, Piazza Duomo semi deserta, festeggiamenti nello spogliatoio paragonabili alla vittoria di una Coppa Italia, Mancini sorridente, nulla di più. Perchè il popolo interista non ha festeggiatocome ci si attendeva?
Le ragioni sono da ricercarsi in più motivazioni. In primo luogo tutti sapevano, da mesi, che quello scudetto sarebbe ginto in via Durini, e questa consapevolezza ha raffreddato non poco gli animi. Ma è tutto qui? No, non è tutto qui.

Per quanto il popolo nerazzurro abbia ostentato boria durante tutta la stagione, da popolo sensibile quale sono (perchè essere interista non è facile), sanno benissimo che questo non è lo scudetto che aspettavano da 20 anni. Hanno giocato da soli, i loro concorrenti non c'erano, o sono partiti fortemente penalizzati, non solo nei punti, ma anche nell'animo e negli organici, mutilati dall'obbligo di fare un mercato estivo in pochi giorni, nei quali, per giunta, i pezzi più pregiati si erano già accasati. Cosa sarebbe stato di un campionato in cui il milan, dopo aver fatto cassa con Shevchenko, si sarebbe, con ogni probabilità, aggiudicato Zambrotta ed Eto'o, e la juventus non solo si sarebbe tenuta stretta Ibrahimovic e Vieira, ma si sarebbe ulteriormente rinforzata? Quello sarebbes stato (tecnicamente) lo scenario di questo campionato. Ovvero l'inter non avrebbe vinto lo scudetto, che sarebbe andato ancora a Milan o Juventus, perchè la Roma (seconda quest'anno) ha dimostrato di stare qualche decina di punti alle spalle.
D'altra parte è vero che la Juventus (e il milan in misura minore) hanno reso non regolari i precedenti campionati, hanno imbrogliato, ed è stato giusto che pagassero caro, ma questa non è una problematica tecnica. L'inter ha vinto perchè la loro squadra era nettamente più forte delle altre; non attraverso un programma tecnico pluriennale di progressivo rinforzo, bensì con un "colpo di stato" che ha tratto giovamento dal "sangue" altrui. Gli interisti questo lo sanno, ecco quindi il perchè dei festeggiamenti in tono minore. Dietro la facciata di tracotanza forzata, il tifoso interista, ultimo gentleman del calcio, sa che questo scudetto non è da festeggiarsi. Fatto ancor più grave per la tifoseria è la perdita d'immagine del loro presidente gentiluomo, reo, assieme alla cricca di conniventi telematici, del più infido dei tradimenti, quello compiuto attraverso il malizioso voyeurismo delle intercettazioni, la spiata. Si, la spiata bella e buona ha portato questo scudetto in casa Moratti, il cui atteggiamento resta comunque comprensibile, perchè sfido chiunque ad investire fior di quattrini per 15 anni e perdere ripetutamente col raggiro. Una situazione del genere avrebbe logorato i nervi di chiunque, è vero e lo comprendo, ma resta una macchia indelebile sull'immagine di perdente gentiluomo del presidente Moratti, che incarnava alla perfezione lo spirito tremendamente snob, elegante e romantico del popolo interista. Già, perchè questa abitudine a perdere faceva dell'inter una squadra unica al mondo, nella sua goffaggine creativa, nella sua stoica ricerca di un'Itaca che sembrava non apparire mai all'orizzonte. Questo, in fondo, piaceva agli interisti, comunque piaceva loro di più rispetto a vincere uno scudetto fasullo come questo. Moratti, Tronchetti and Co. hanno macchiato lo smoking di cui tanti interisti (finti) insoddisfatti andavano fierissimi, perchè c'è qualcosa di radicalmente chic nel non vincere mai. Vincere sempre è meccanico, prevedibile, comunista. Il Chino Recoba, la pareggite, il 5 maggio, Ronaldo il traditore, Bum Bum Zamorano e le grandi rimonte, quelle si che sono espressione lirica, quelle si che fanno di un tifoso interista l'epigono di un eroe romantico.
Ieri sera ho telefonato ad un caro amico interista DOC, per complimentarmi con lui: "Allora, come sono i festeggiamenti?" -"Mah, io sono in casa, boh, non ho visto niente...perchè vedi, a noi piace fare polemica ma poi vinciamo e...non ce ne frega niente" .
Non sapete quanto ho invidiato quella frase, che eleganza, che distacco , che superiorità. Gli interisti che vedete urlare per le strade, ricordate, non sono quelli veri, perchè quelli veri sono in casa, malinconici, che pensano a come recuperare la loro nobiltà perduta.

JS

venerdì 20 aprile 2007

Bravo Moggione!!!

ROMA - Sempre 'La Stampa' di Torino pubblica oggi un'intercettazione di Moggi versione 'rompiscatole' e il procuratore Raiola, dove l'ex dirigente della Juve cerca di creare problemi nello spogliatoio della Roma. La telefonata risale alla stagione 2004 e i due parlano di un blitz di luglio del giocatore giallorosso Mancini a Torino.

Raiola (agente di Mido e Ibrahimovic): "Allora, stai a sentire, Mancini è stato due giorni con Emerson a Torino, il 31 luglio, mi sembra...Gli abbiamo fatto vedere Torino, gli abbiamo parlato...Anche Emerson ci ha parlato...Ma lui non se la sentiva di venire a Torino, ha paura, non si sente pronto a tutte questo cose qui...Quindi non è roba nostra. Non è un uomo!".
Moggi: "Glielo ha detto a Emerson?".
Raiola: "Luciano, senti, ma meglio così. Ce ne abbiamo uno meglio su quella fascia lì, non ti preoccupare. Mò adesso comincio a far fare un casino a Mido, non ti preoccupare, te la distruggo io la Roma".
Moggi: "Va bono".

giovedì 19 aprile 2007

I GUASTAFESTE


Non ce le devono venire a raccontare a noi queste cose.
L'abbiamo viste e subite fin da quando andavamo in giro con le Clarks e i piumini.
E' una regola non scritta ma efficace e puntuale come la legge di Murphy.
Se prepari la festa, la festa te la fanno! Non si sfugge.
Era tutto acchittato, la presentazione radiotelevisiva dell'avvenimento, tutti gli interisti d.o.c. in tribuna che non potevano disertare l'appuntamento con la storia, e che la televisione riprendeva sorridenti e pronti a fare strage di questa squadretta che il Manchester aveva ridicolizzato.
Moratti in prima fila, Tronchetti Provera dappresso, Aldo Giovanni e Giacomo, Bertolino, Gino e Michele e formiche e bacarozzi annessi, avevano riesumato per l'occasione anche la buonanima di Ruben Sosa; Mentana dalla radio non parlava d'altro.
Senonchè comincia la partita e la Roma non fa altro che giocare quel calcio che per 7/8 della stagione hanno (e abbiamo) ammirato tutti, comprensivo delle numerose occasioni sprecate prima di segnare, come sempre accade.
Non c'è niente da fare quando è così, nulla può Trefoloni che regala il rigore del momentaneo pareggio all'Inter per un imbarazzante tuffo in solitario di Adriano in area; nulla possono le gesta degli uomini contro il volere degli Dei.
Cosicchè questa bella vittoria ci restituisce un minimo di sorriso dopo i difficili momenti del dopo Manchester.
Lo vinceranno questo scudetto, è ovvio, ma annate a fa festa cor Messina....
La Roma è viva, la Roma è una squadra giovane, con limiti dettati dalla mancanza di esperienza e dalla panchina corta ma ogni volta che la dai per spacciata come una fenice risorge dalle ceneri.
Il Lione doveva fare strami di noi, l'Inter sbatterci lo scudetto in faccia, la Lazio riprenderci senza problemi..... solo il Manchester è stato zitto, t'ha aspettato e t'ha giustiziato.
La parola è d'argento, il silenzio è d'oro recita il detto popolare, ma siccome noi semo fatti a 'na certa (usando il dialetto romanesco edizione II millennio mutuato dai figli) e siccome Rugantino era de' noantri, a fa' i guastafeste ce piace, a chiacchierà pure per cui invitiamo tutti i tifosi dell'Inter a preparare una bella festa per il double, scudetto e coppa Italia, noi fra un mesetto torniamo tomi tomi cacchi cacchi.

Sempre forza Roma