lunedì 16 aprile 2007

Il punto del lunedì

Soltanto oggi mi sono reso conto della gravità della situazione del campionato di serie A. Un anno fa, con l'esplosione di Calciopoli, l'europa calcistica attendeva in fondo al fiume il cadavere della Nazionale Azzurra, prediceva ripercussioni psicologiche che avrebbero tolto serenità alla nostra Italia, che invece, come da tradizione, ha vinto contro ogni pronostico, come nell'82. Ci eravamo così illsi di poter lavare in casa i panni sporchi, di poter uscire dalla fogna del calcio-scandalo con un sool balzo, sll'entusiasmo della quarta stella mondiale. Ragion per cui ancora adesso fatichiamo a renderci conto della realtà delle cose: il movimento calcistico italiano è agonizzante.
Partendo da un'analisi quantitativa elementare è facile valutare, attraverso la ditribuzione dei pesi nella classifica di serie A, quali siano tali difficoltà. L'Inter vincerà lo scudetto con parecchie giornate d'anticipo, e già questo sembra un paradosso, ma il dato più sconvolgente è l'abisso che la separa dalle inseguitrici. Anche se non considerassimo le penalizzazioni di Milan e Fiorentina, non cambierebbe nulla. L'Inter spiona, dopo aver costruito una grande squadra, ha fatto il vuoto dietro di sè: 16 punti dalla Roma e 25 dal Palermo. Nemmeno nel campionato norvegese il Rosenborg umilia gli avversari a tal punto. Con un rapido sguardo alla classifica spagnola vediamo invece come lì la situazione sia ben diversa: le prime sei squadre danno spettacolo rincorrendosi in soli 9 punti, nulla è deciso, tensione fino all'ultima giornata, proprio come eravamo abituati noi in italia.
Consideriamo poi che se il Milan non avesse sperato il turno battendo il Bayern Monaco, la situazione sarebbe oggi ancora più avvilente. L'Inter ammazza-campionato rivela ancora una volta la sua inadeguatezza europea, uscendo con infamia dal Mestalla, contro una squadra che sulla carta non avrebbe dovuto impensierirla. La povera Roma invece ha pagato a caro prezzo la sua relativa inesperienza, confermando che non solo il nostro campionato è in grave crisi tecnica, ma anche che delle nostre ottime squadre d'esportazione degli anni '90 rimane poco o niente.
La serie A oggi non va di moda, un po per calciopoli, un po per le note quesioni fiscali che rendono impossibile rivaleggiare economicamente con i grandi club stranieri, che fanno man bassa dei migliori talenti del mondo, un tempo destinati non solo a Milan, Inter e Juve, ma anche a squadre rivelazione come Parma, Fiorentina, Napoli, per non parlare di Lazio e Roma.
A questo punto sembra proprio che dobbiamo guardarci dentro e, con estrema umiltà rifondare le basi del nostro grande movimento calcistico, con i nostri grandi presidenti, i nostri vivai, la nostra naturale attitudine al gioco del calcio.

2 commenti:

Andrea Maggiani ha detto...

be ja troppo pessimista io sono fiducioso che il prossimo anno il gap si colmerà tra inter e le altre.....c è da dire che se non andavano a far razzia alla juve ora forse questo distacco non ci sarebbe.
Per quanto riguarda il calcio internazionale be tre inglesi e una italiana in europa e dove è....il calcio bailado spagnolo?????????????dove sono il barca il reale il valencia???
w italia......

Jacopo Signani Corsi ha detto...

Si Andre ok, ma ti ricordi negli anni 90 come eravamo? vincevamo solo noi, in ttte le coppe. oltre alle 3 grandi c'erano lazio e parma che vincevano, addiruttura il vicenza di pasquale luiso andò in finale di coppa coppe con il chelsea di vialli..
eravamo un altra cosa, i giocatori migliori li prendevamo solo noi, perchè tutti volevano venire in italia. io ho nostalgia di quel periodo..
ma sicuramente ci riprenderemo..